Fekete István e il Vuk

István Fekete (Gölle, 25 gennaio 1900 – Budapest, 23 giugno 1970) scrittore ungherese, vincitore del Premio Attila József, autore di numerosi romanzi, libri per ragazzi e storie di animali. Insieme all’amico Kálmán Csathó, è uno dei più noti coltivatori della “letteratura forestale-cacciatori”.
Il Vuk è un romanzo di István Fekete Fekete, pubblicato per la prima volta nel 1940 come uno degli scritti della raccolta Csí. È stato pubblicato per la prima volta come volume a sé stante nel 1965. Di tutte le storie di animali che l’autore scrisse tra il 1940 e il 1966, Vuk è forse quella più conosciuta e di maggior successo oggi, anche grazie al film a cartoni animati che ne è stato tratto. Sebbene i suoi romanzi siano oggi conosciuti soprattutto come favole o romanzi per ragazzi, lo stile e la caratterizzazione di Vuk vanno oltre la portata di una storia per bambini. L’editore ha sottotitolato il romanzo “un romanzo di animali”.
Riassunto della trama:
L’autore racconta la vita di Vuk, dai suoi primi passi indipendenti all’età adulta, con il suo solito stile affascinante e interessante. Vuk, il cucciolo di volpe, è nato all’ottavo mese di vita in un rifugio per volpi vicino a un lago. Il padre Kag e la madre Íny, entrambi membri di spicco della famiglia delle volpi, cacciano dal tramonto all’alba per nutrire i cuccioli sempre affamati. Un giorno, la vita già travagliata ma felice della famiglia di volpi viene sconvolta da un’orda di vendicativi cacciatori che danno la caccia alle volpi che spesso predano il gregge. I due genitori e i sei cuccioli di volpe vengono uccisi, Vukot viene salvato dalla tana dalla madre prima dell’arrivo dei cacciatori e l’unico fratello sopravvissuto viene accolto da un cacciatore del villaggio.
Vuk ha ereditato il sangue leggendario del nonno, il suo fiuto e la sua passione per la caccia, ed è per questo che il padre ha dato al vivace cucciolo di volpe il suo nome, in onore del famoso nonno. Vuk, che significa che tutte le volpi devono togliersi di mezzo quando vanno a caccia”. Suo zio, il solitario Karak, prende Vuk sotto la sua ala e insegna alla piccola volpe tutta l’astuzia e la scienza della vita di un libero cacciatore.
Vuk è un allievo eccellente e Karak è orgoglioso di vedere che il ragazzo sta lentamente superando il suo maestro e sta diventando come suo nonno, “il primo tra le volpi”. Durante una delle sue incursioni notturne alla ricerca di prede, Vuk arriva anche nel giardino del cacciatore, dove trova il fratello in gabbia e promette di liberarlo dalla prigionia con l’aiuto di Karak. La missione per liberarlo ha successo e i tre continuano a vivere con Karak in un nido di volpi estive in mezzo al campo.
Ben presto Karak cade vittima della passione dell’uomo per la caccia e i due fratelli rimangono ancora per un po’ nella vecchia grotta sul fianco della montagna e poi, obbedendo alla parola della natura, ognuno con la propria compagna, vivono la loro libera, pericolosa ma meravigliosa vita nella natura.





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